Differenza tra pluralità e maggioranza

Pluralità contro maggioranza

Dopo che tutti i voti sono stati espressi il giorno delle elezioni, il prossimo passo per determinare il vincitore di una specifica razza candidato è vedere quale percentuale dell'elettorato ha votato per una determinata persona. I risultati possono o produrre un candidato che ha vinto per pluralità o per maggioranza. Per capire meglio il voto, è importante capire la distinzione tra questi due termini.

La differenza tra una maggioranza e una pluralità è semplicemente una questione di percentuale. La maggioranza viene raggiunta quando più della metà di un elettorato - 50,1% o superiore - vota per un candidato. Nella maggior parte delle situazioni di voto, la maggioranza garantisce uno scenario "vincitore prende tutto" per i candidati politici.

Tuttavia, nella maggior parte delle elezioni aperte - in cui più candidati competono per lo stesso posto - l'unico vero modo per vincere un'elezione è attraverso una pluralità. Una pluralità si ottiene quando un candidato con la percentuale più alta, anche se al di sotto della soglia del 50,1%, vince le elezioni. Mentre più candidati lanciano i loro cappelli sul ring per essere presi in considerazione, la probabilità statistica di raggiungere la maggioranza è diminuita. Ad esempio, facciamo finta che tre candidati si candidassero per un posto politico. Il primo candidato riceve il 40% dei voti, il secondo il 35% e il terzo il 25%. Nella maggior parte dei contesti politici applicabili, il primo candidato sarebbe considerato il vincitore per pluralità.

In alcuni casi, è necessaria la maggioranza assoluta per una vittoria, e la pluralità è solo il primo passo per vincere. Ritornando allo scenario precedente, il primo e il secondo candidato - che hanno ricevuto rispettivamente il 40 e il 35% del voto - sarebbero stati selezionati per competere in un sistema di voto a due round; il terzo candidato non avanzerebbe al turno successivo. I primi due candidati si affronteranno per vedere chi otterrebbe la maggioranza effettiva. Questa pratica è comune in Francia, Cile, Ecuador, Brasile, Afghanistan e in molte altre nazioni.

In altri casi, una pluralità può essere usata come arbitro finale del potere. Ad esempio, nei modelli di rappresentanza proporzionale, il numero di voti che un particolare partito politico riceve equivale alla quantità di voti che può esercitare nella legislazione futura. Il Regno Unito è un grande esempio moderno di questa pratica. Al contrario di una situazione di "vincitore prende tutto" (come negli Stati Uniti), il Regno Unito consente alle parti di minoranza che non ricevono il maggior numero di voti di possedere ancora un potere di voto diminuito rispetto al partito vincitore. Ad esempio, se un partito riceve il 10% dei voti, sarà in grado di detenere il 10% dei seggi in Parlamento. In questo modo, se un voto è ancora relativamente vicino, il potere non è completamente isolato nelle mani di un particolare partito.

La differenza tra pluralità e maggioranza è questione di gradi leggeri. Tuttavia, quando si studiano politiche comparative in cui si giustappongono le pratiche di voto di una nazione contro quelle di un'altra, questa leggera differenza può produrre risultati drasticamente differenti.